L’antica fiaccola nuziale si chiamava tèda e nei riti matrimoniali più antichi, simbolicamente, aiutava la sposa a recarsi nella casa del marito da quella paterna. Approfondiamo in questo articolo il significato e le modalità di utilizzo nella società del passato.

La tèda: significato del nome e come veniva usato

Letteralmente, in latino ed in greco, la parola tèda significava “ardere”, e in origine era realizzata con del legno di pino selvatico, la cui resina doveva servire come combustibile per le torce.

A riportare l’usanza di usare la fiaccola, oltre agli autori greci e latini, sono anche i poeti come Pascoli e Monti, che usano proprio la parola latina per indicarla.

Secondo alcuni storici, nell’antica Roma, la fiaccola era realizzata in legno di biancospino, ed una volta che utilizzata per condurre la sposa fino a casa del marito (due invitati la portavano in braccio, e un terzo li precedeva reggendo la fiaccola), dopo la cerimonia, veniva contesa tra gli amici degli sposi, che la spezzavano in frammenti. Sembra che questo gesto risalisse ad un’antica superstizione, che non è stata perpetrata, comunque sembra che distribuire il legno della fiaccola fosse di buon augurio.

I significati della fiaccola

Nell’area del Mediterraneo era di uso comune accompagnare la sposa o gli sposi nella nuova casa, con un corteo accompagnato da fiaccole e canti.

Il fuoco veniva sempre utilizzato nelle cerimonie importante, per via della sua ricca e complessa simbologia. In un matrimonio, sicuramente, simboleggiava l’amore e la passione, senza contare il fatto che nella mitologia greca Efesto (Vulcano per i romani), dio del fuoco e fabbro degli dei, era sposato con Afrodite (o Venere, nel mondo latino), dea dell’amore e della bellezza.

In precedenza, si è accennato che il legno con cui veniva realizzata la tèda era in biancospino, e non a caso: essa veniva considerata la pianta dell’armonia e dell’amore, ed in casa veniva tenuta sulle porte d’ingresso.

Nell’antica Roma, oltre ad essere usato nei matrimoni, era un buon talismano che serviva a proteggere i bambini. Era, inoltre la pianta consacrata a Flora, dea della primavera, e per indicarlo si usava anche il termine latino Crategon, la stessa parola per “cuore”.

Anche se le torce oggi non vengono più utilizzate, nei matrimoni di oggi vengono ancora impiegate le candele (non solo nelle chiese), non solo per il loro significato simbolico, ma anche per creare l’atmosfera giusta. C’è anche chi opta, in Germania e negli Stati Uniti, per le proprie nozze, al rito delle candele, che vede le sue origini sempre nei culti pagani.

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