La dieta chetogenica viene spesso esaltata per l’efficace metodo di dimagrimento a cui si affida e allo stesso tempo considerata pericolosa per i rischi ai quali si può andare incontro, se seguita per lunghi periodi. Si tratta di un regime alimentare particolare, che andrebbe seguito con le dovute precauzioni e affidandosi ai consigli di un esperto nutrizionista.
Ciò su cui si basa la dieta keto è la capacità del nostro corpo di utilizzare le riserve lipidiche, quando la quantità di carboidrati viene ridotta. Il meccanismo fisiologico che si attiva, in questa situazione può ridurre l’uso delle proteine come fonte di energia, proteggendo la massa magra e riducendo il senso di fame.
Così facendo seguire la dieta può risultare più semplice e può anche apportare una serie di possibili benefici al nostro organismo. Tuttavia, non è un regime alimentare che può essere adatto per tutti e può sviluppare delle possibili controindicazioni. Ecco perché si rende sempre necessario consultare un medico prima di decidere di intraprendere un percorso alimentare chetogenico.
Cos’è la dieta chetogenica?
La dieta chetogenica è un regime alimentare povero di carboidrati ma ricco di grassi. Nonostante questo particolare, si rende perfetta per aiutare a bruciare il grasso accumulato. Ciò è possibile, perché agisce sul metabolismo, inducendo il corpo al raggiungimento dello stato di chetosi.
Come ben sappiamo, l’organismo necessita di numerose energie per funzionare bene e le calorie vengono assunte attraverso i carboidrati. Se questi vengono meno, il fegato inizia a produrre glucosio per fare fronte alla carenza energetica, ma le quantità presto potrebbero diventare insufficienti e così il corpo umano, si attiverebbe per assimilare le energie necessarie dai grassi, sviluppano corpi chetonici.
A lungo andare si consuma tutto l’adipe accumulato, e si possono perdere i chili in eccesso. Ciò è possibile se alla dieta chetogenica si affianca uno stile di vita sano, equilibrato e della regolare attività fisica. Gli esperti consigliano di seguire attentamente i consigli del proprio medico, in quanto anche un piccolo sgarro può interrompere la chetosi, dovendo così ricominciare da capo. Allo stesso tempo è bene stare attenti al tipo di grassi che si assumono all’interno della dieta, affinché non possano provocare effetti negativi sulla dieta.
Questo regime alimentare, inoltre non è indicato per essere seguito per lunghi periodi o per il mantenimento del peso, in quanto essendo molto squilibrato da un punto di vista nutrizionale potrebbe a lungo andare portare a delle carenze e danneggiare l’organismo.
Quali possono essere gli effetti collaterali della dieta chetogenica?
Quando si inizia la dieta chetogenica si possono presentare una serie di sintomi legati alla mancanza dei carboidrati, simili a quelli di una semplice influenza. Dipende molto da come il corpo di adegui alla nuova alimentazione. I corpi chetonici vengono eliminati mediante i reni, con un una minzione frequente e la carenza dei carboidrati provoca una diminuzione dell’insulina nel sangue, quindi un possibile aumento del sodio, del potassio e dell’acqua, che verranno rilasciati con le urine.
Questo può portare facilmente a una disidratazione, senza contare che l’insulina svolge il compito di trasportare il glucosio al cervello. Da qui ecco che si parla di effetti collaterali da “influenza cheto”, che si possono presentare nel momento in cui il metabolismo si avvia allo stato di chetosi. Questi possono essere:
- affaticamento, debolezza generale e stanchezza;
- insonnia;
- nausea e vomito;
- mal di testa e vertigini;
- difficoltà di attenzione e concentrazione, stati confusionali;
- alitosi;
- crampi muscolari;
- diarrea;
- eruzioni cutanee;
- diminuzione della libido.
Questi sintomi solitamente scompaiono entro una settimana dall’inizio della dieta, quando il corpo è in pieno stato di chetosi. Dato che la maggior parte di questi effetti collaterali possono essere legati alla disidratazione e a uno squilibrio elettrolitico, bere molta acqua o assumere minerali può aiutare.
Come impostare una dieta chetogenica col supporto di Keto Light?
Gli elementi che sono alla base di una dieta chetogenica utilizzati per aiutare a perdere peso sono la riduzione dell’apporto giornaliero dei carboidrati e la riduzione dell’apporto calorico giornaliero. L’apporto delle proteine deve provenire dal consumo di alimenti di qualità: pesce, carne, uova, yogurt in quantità limitate.
In alcuni casi si può ricorrere all’utilizzo di integratori da associare, su consiglio medico, come Keto Light +, un supporto alimentare che può aiutare nella lotta contro l’adipe. Questa tipologia di integratori possono essere utili coadiuvanti di percorsi alimentari chetogenici, detox e ipocalorici se assunti all’interno di uno stile di vita sano, equilibrato, affiancati da una regolare attività fisica. Puoi trovare maggiori informazioni su keto light + per dimagrire, collegandoti sul sito ketolight.biz.
L’apporto dei grassi, all’interno di un regime keto deve essere tale da potere garantire un apporto calorico in cui si preveda il consumo di:
- alimenti ricchi di grassi insaturi di qualità come olio extravergine di oliva, frutta oleosa secca e pesce. Attenzione al consumo di carni grasse, salumi, formaggi stagionati, margarina;
- il consumo di verdure a ridotto contenuto di zuccheri in quantità libera, a differenza delle verdure con contenuto di carboidrati, il cui consumo è limitato.
Gli esperti possono anche suggerire di associare l’assunzione di integratori di sali minerali, vitamine e acidi grassi omega 3 laddove siano evidenziate delle carenze nutrizionali. Tra i sintomi più frequenti, che si possono manifestare fin dai primi giorni, si possono presentare mal di testa e stitichezza. Per andare incontro a questi sintomi è bene che si mantenga elevato il consumo di acqua durante la dieta, pari a 2 litri al giorno.
A meno che non venga suggerita da un esperto per il trattamento di particolari patologie, la dieta chetogenica non può essere seguita per tanto tempo. Il piano alimentare keto mirato al dimagrimento può essere utilizzato per periodi che non superano le 8-12 settimane, al termine dei quali il paziente deve essere seguito da un esperto per il reinserimento graduale degli alimenti contenenti carboidrati, con il passaggio a uno stile alimentare come la dieta mediterranea.