Bos mutus, più comunemente detto yak, è particolarmente diffuso nella Cina occidentale, sull’altopiano Tibetano, nell’India settentrionale e nel Kashmir; appartenente alla famiglia dei bovidi, il suo habitat ideale sono i terreni montuosi incolti, fino ad arrivare alle altitudini di 6100 metri.
Lo yak in origine, era diffuso un po’ ovunque, ma secoli di caccia, l’hanno obbligato a rifugiarsi in zone montane di tundra e freddi deserti, tanto che oggi non sopporta il caldo delle pianure.
Gli yak sono animali molto robusti, coperti da un denso manto lanoso, color bruno scuro, lungo quasi a toccare terra, indispensabile per proteggerli dal rigido clima dell’ambiente in cui vivono. I maschi possono raggiungere la lunghezza di 3,25 metri e sono dotati di una coda lunga dai 50-80 centimetri.
Le particolarità dello Yak sono molteplici!
Tutti gli esemplari sono dotati di robuste corna, volte in alto ed all’indietro, ottime armi per la loro difesa, infatti quando sono in pericolo, formano un cerchio ben compatto, attorno ai piccoli, tenendo la testa e le corna rivolte verso l’esterno.
Gli yak trascorrono gran parte della giornata, riposando e ruminando, si nutrono al mattino o alla sera, di tutta la vegetazione circostante disponibile. Generalmente sono visibili in grandi branchi, composti da un maschio adulto, molte femmine, piccoli e animali giovani, i quali, spesso si riuniscono in gruppetti di 2 o 3 esemplari.
La femmina in genere, partorisce in autunno un solo piccolo, dopo aver portato a termine una gestazione di 9 mesi e ½ o 10 mesi.
Lo yak selvatico è in pericolo di estinzione, mentre quelli domestici, in particolare nel Tibet, sono impiegati come animali da lavoro, oltre a fornire latte, carne, pelli e lana, le loro dimensioni sono minori e non sono dotati di corna; anche il pelo è più rossastro, chiazzato di nero o di bruno.