
In un mondo dove l’intelligenza artificiale definisce il futuro della tecnologia, un annuncio ha catturato l’attenzione globale: Perplexity AI, una startup in forte espansione, ha lanciato un’offerta non richiesta da 34,5 miliardi di dollari per acquistare il browser Google Chrome.
Sì, hai letto bene: un’azienda di appena tre anni ha proposto di acquisire uno dei prodotti più potenti e consolidati dell’ecosistema Google.
È una domanda audace e senza precedenti, con motivazioni complesse e conseguenze potenzialmente rivoluzionarie. In questo articolo analizziamo chi è Perplexity, perché ha fatto questa proposta, come è strutturata e cosa potrebbe significare per il web e il mercato AI.
Chi è Perplexity e perché fa notizia
Perplexity AI è una startup americana fondata nel 2022, leader emergente nel campo della ricerca conversazionale basata sull’intelligenza artificiale. Il suo motore, dotato di LLM (Large Language Model) e capacità di ricerca in tempo reale, consente di ottenere risposte contestuali e citate con trasparenza. La versione base è gratuita; quella a pagamento (“Pro”) include modelli avanzati come GPT-4, Claude 3, Mistral e altri.
In pochi anni, Perplexity ha raggiunto una valutazione stimata tra 14 e 18 miliardi di dollari, grazie a finanziamenti da big del settore tech ([turn0search20]). L’azienda ha sviluppato anche il proprio browser AI, chiamato Comet, capace di eseguire compiti autonomamente, anticipando un’integrazione browser-intelligenza artificiale su cui molti puntano.
L’offerta shock da 34,5 miliardi: contesto e numeri
Il 12 agosto 2025, Perplexity ha formalizzato una proposta non richiesta per acquisire Chrome da Google, valutandolo 34,5 miliardi di dollari in contanti, una cifra che più che raddoppia la propria valutazione aziendale ([turn0news9]; [turn0news18]; [turn0news15]). La proposta è stata presentata mentre Google affronta pressioni antitrust in Stati Uniti e Europa, con un giudice federale che può richiedere la cessione di Chrome.
Secondo quanto riportato da fonti come Reuters, l’offerta — denominata internamente “Project Solomon” — è completamente in contanti, sostenuta da fondi di investimento anonimi. Perplexity si sarebbe impegnata a investire 3 miliardi di dollari in due anni per mantenere l’infrastruttura attuale di Chrome, preservare il codice open-source Chromium e mantenere la stringa di ricerca predefinita di Google ([turn0news12]; [turn0search0]).
La mossa appare come una strategia audace, sia per l’importo che per il momento. Google non ha indicato alcuna intenzione di vendere Chrome, e qualunque azione in tal senso probabilmente sarebbe prolungata da battaglie legali.

Reazioni, dubbi e possibili scenari
L’offerta ha scatenato una valanga di reazioni contrastanti. Online, molti l’hanno definita una trovata pubblicitaria, un tentativo eclatante per aumentare la visibilità di Perplexity e spingere il suo browser AI. Alcuni commenti sui social hanno ironizzato sul fatto che Chrome abbia più valore dell’intera azienda che propone di acquistarlo ([turn0news15]).
Gli analisti sottolineano due motivazioni strategiche: primo, rompere l’egemonia di Google nel settore dei browser web, soprattutto in uno scenario antitrust; secondo, acquisire accesso a oltre tre miliardi di utenti globali, una risorsa preziosa per l’influenza nella ricerca e nei dati.
Anche se l’offerta ha attirato attenzione, molti ritengono che Google resisterà e affronterà la questione con una forte difesa legale e istituzionale. Tuttavia, l’offerta potrebbe spingere le autorità antitrust a considerare più seriamente la separazione di Chrome da Google, aprendo a potenziali scenari di dismissione futura ([turn0news8]; [turn0news9]; [turn0news17]).
Cosa succederebbe se Chrome finisse nelle mani di Perplexity?
Nel miglior scenario per Perplexity, l’acquisizione di Chrome porterebbe direttamente il suo browser AI Comet ad avere una base utenti massiva. Le funzionalità AI integrate potrebbero trasformare il browser in uno strumento di produttività avanzata e personalizzabile: riassunti da video, acquisti automatizzati, interazione vocale contestuale e sincronizzazione intelligente con app e calendario ([turn0news17]).
Sul piano competitivo, si creerebbe un contrappeso ad Alphabet e OpenAI, con implicazioni radicali per il dominio della ricerca e dell’esperienza utente sul web. Ma servirebbe una gestione estremamente attenta per garantire interoperabilità, tutela della privacy, neutralità del flusso dati e collaborazione con ecosistemi già esistenti.
Anche sul fronte finanziario, Google potrebbe decidere di mantenere Chrome — considerato un asset strategico e legato alla ricerca e pubblicità — ma una vendita forzata potrebbe trovare terreno favorevole in contesti di policy anti-monopolio.
Conclusione
L’offerta di Perplexity da 34,5 miliardi di dollari per acquistare Chrome non è un semplice gesto da startup ambiziosa, ma una dichiarazione di intenti con potenziali effetti dirompenti nel panorama tecnologico e normativo.
Ethereum non ci troviamo solo di fronte a un’offerta commerciale, ma a una mossa che sfida gli equilibri del potere digitale, accendendo i riflettori su questioni chiave come concorrenza, controllo dei dati e futuro dell’intelligenza artificiale integrata nel nostro modo di navigare.
Che sia sincera o tattica, l’offerta ha già avuto successo: ha acceso il dibattito sul potere concentrato di Big Tech e sull’ascesa delle startup AI come veri protagonisti della nuova rivoluzione digitale.
