Gli appassionati di due ruote lo sanno bene: le moto d’epoca sono un bene prezioso, dall’elevato valore storico-economico, da trattare e guidare con cura.

Nella maggior parte dei casi, chi decide di acquistare un veicolo d’epoca è mosso dalla passione, dalla curiosità di scoprire modelli prodotti oltre vent’anni fa che hanno fatto la storia dell’evoluzione della motocicletta, dal desiderio di arricchire la propria collezione oppure semplicemente per mero sfizio.

Altri ancora, acquistano moto d’epoca perché spinti dai vantaggi economici che possono derivarne. Chi possiede un veicolo storico sa, infatti, che se un giorno vorrà rivendere il mezzo avrà la possibilità di conseguire un guadagno maggiore rispetto a quanto speso originariamente per l’acquisto del veicolo.

Ciò si spiega con il fatto che, nel mercato dei veicoli storici, è proprio il trascorrere del tempo ad incrementare il valore economico del mezzo.  A ciò si aggiungono le diverse esenzioni – previste in misura parziale o totale – per il pagamento del bollo (tassa di possesso) che il nostro Paese riconosce in favore dei proprietari di moto d’epoca.

Proprio riguardo alle agevolazioni relative al bollo, è bene precisare che esistono diverse tipologie di esenzioni e che non tutte le moto storiche possono beneficiarne. Le diverse leggi succedutesi nel tempo, le sentenze intervenute sul tema e la regolamentazione diversificata da regione a regione, hanno reso però per molte persone difficile capire quale sia la disciplina vigente.

Bollo moto d’epoca: le esenzioni parziali e totali di cui si può beneficiare

Originariamente, tutti i proprietari di veicoli storici, la cui produzione risaliva ad oltre vent’anni prima e che erano iscritti in appositi registri (come, ad esempio, l’ASI e la FMI), erano esentati dal pagamento del bollo.

Come si legge anche nell’approfondimento online “bollo moto epoca” proposto dalla compagnia assicurativa Helvetia, col tempo la disciplina è mutata: dapprima con la legge di stabilità del 2015, che ha elevato il requisito di anzianità del veicolo storico a trent’anni per poter beneficiare dell’esenzione. Successivamente con la legge di stabilità del 2019 che ha dato vita ad un sistema ove le agevolazioni sono diversificate a seconda dell’età della moto d’epoca che viene calcolata dalla data di immatricolazione. Attualmente, quindi, tutto dipende dall’anzianità del veicolo storico.

Se si è proprietari di una moto d’epoca ultratrentennale, non si dovrà pagare il bollo finché il veicolo resta in un’area privata. Nel momento in cui, però, si decide di far circolare su pubblica strada la moto d’epoca, è bene sapere che si va incontro al pagamento di una tassa di circolazione forfettaria, il cui importo, generalmente compreso tra gli 11 e 20 euro, varia a seconda della Regione di residenza.

Chi invece possiede una moto d’epoca che ha tra i 20 e 29 anni, può beneficiare di un’esenzione soltanto parziale (nella misura del 50%) dal pagamento del bollo.

Come ottenere l’agevolazione sul bollo per le moto d’epoca

Anche in questo caso, la disciplina si differenzia in base all’anzianità di immatricolazione del veicolo a due ruote.

Per quanto riguarda le moto d’epoca ultratrentennali, l’esenzione totale dal pagamento del bollo avviene in automatico, basta che risulti un’anzianità risalente ad oltre trent’anni fa. Non è necessario, quindi, ottenere particolari certificazioni che attestino la storicità del mezzo.

Al contrario, per ottenere la riduzione del 50% sul bollo per le moto d’epoca che hanno tra i 20 e 29 anni, la procedura è più articolata. In tal caso, difatti, il proprietario del veicolo deve necessariamente conseguire il Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica che dovrà poi essere annotato sulla carta di circolazione del mezzo. Per ottenere il Certificato suddetto, bisogna procedere con l’iscrizione del veicolo presso uno dei registri storici riconosciuti per legge come la F.M.I. (Federazione motociclistica italiana) e l’A.S.I. (Automotoclub Storico Italiano).

 

 

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