Che cos’è il rimborso chilometrico
Il rimborso chilometrico è quello previsto quando il dipendente deve effettuare una trasferta per motivi lavorativi, e deve farlo con un mezzo di trasporto personale, con auto aziendale o con tramite il trasporto pubblico. La legge prevede, in questi casi, che il lavoratore abbia un rimborso per le spese relative ai costi del carburante, oppure relative all’acquisto di biglietti di autobus, metro, treno o aereo. Per poterne usufruire, però, il dipendente deve assolutamente conservare e presentare all’azienda tutti i giustificativi delle spesse, come scontrini e ricevute dei biglietti, altrimenti il rimborso non sarà effettuato. Ovviamente il rimborso chilometrico non è fisso, ma varia in base al modello del veicolo e al prezzo del carburante: è chiaro, infatti, come il costo di una macchina di grande cilindrata sia sicuramente superiore rispetto alla spesa sostenuta per un’utilitaria. Per quanto riguarda la cifra da rimborsare, si deve fare riferimento alle tabelle che vengono pubblicate annualmente sulla Gazzetta Ufficiale dell’ACI, in cui sono riportati i costi chilometrici delle singole auto, divise per marca e modello.Chi lo può richiedere e in quale occasioni
Il rimborso chilometrico, se l’azienda è in accordo con il lavoratore, può essere richiesto dai dipendenti, dai soci, dagli amministratori professionisti e non professionisti e dai collaboratori anche esterni legati da un contratto occasionale di collaborazione ogni volta che devono recarsi, per motivi strettamente lavorativi, in un comune diverso da quello dove risiede l’azienda. Se le trasferte sono frequenti, il rimborso chilometrico può essere anche mensile, a patto che ci sia una consegna da parte del dipendente di un modulo che contenga:- I propri dati;
- Targa e modello dell’auto;
- Data della trasferta;
- Chilometri percorsi;
- Euro per Km percorso, tenendo conto delle tabelle ACI;
- Totale da ricevere in rimborso;
- Documenti attestanti la spesa (per esempio fatture o spese carburante, ecc.).